Problemi con la motivazione, non so più chi sono
Salve, scrivo nella speranza che qualcuno possa capire che cosa mi sta succedendo.
Quando ero piccola (fine elementari e medie) venivo esclusa, non avevo amici ed ero anche bruttina, però volevo essere in qualche modo importante, avere un mio ruolo nella società. Disgustata dalla frivolezza e superficialità e volendo definire il mio ruolo decisi che avrei fatto carriera per la mia intelligenza e di conseguenza iniziai a studiare in maniera intensa a partire dalla prima media, riuscendo sempre a prendere il massimo dei voti, cosa che diventò la più grande soddisfazione della mia vita. Nel frattempo i miei problemi di esclusione da parte degli altri scomparvero e mi feci tanti amici che sono tutt'ora presenti, nonostante io abbia ancora molti problemi di autostima (mi vedo grassa anche se la gente mi dice che non lo sono, tranne mia madre che invece ha sempre pensato che io abbia bisogno di una dieta).
Giunto il quinto superiore, dovetti affrontare la scelta universitaria, scelta molto difficile in quanto me la cavavo in tutti i campi del sapere studiati al liceo. Alla fine scelsi Fisica: fu un anno disastroso, scoprì che il campo che mi aveva affascinato sin dal terzo superiore non faceva per me e per la prima volta nella mia vita mi resi conto che anche io potevo fallire nello studio, fu la più grande delusione della mia vita.
Non demordendo, decisi di intraprendere il corso di laurea in Scienze Ambientali: anno fantastico in cui presi sempre il massimo dei voti. Decisi, l'anno seguente, di compiere il passaggio di corso in Scienze Biologiche, in quanto mi resi conto di essere maggiormente interessata all'aspetto molecolare. Sono passati 2 anni da quella scelta e le cose stanno andando malissimo, non ho più voglia di studiare, non ho più motivazione a fare niente (neanche l'attività fisica o la dieta che faccio ogni anno prima dell'estate) e passo tutto il mio tempo sui social (non a pubblicare perché non mi piaccio quindi non mi faccio foto) o fuori casa con amici e fidanzato.
Non so cosa mi sia successo e non so che pensare: ho perso la fiducia in me per il fallimento che ho subito in Fisica? O perché ho avuto difficoltà con la prima materia a Biologia? Forse il fatto di essermi fidanzata e innamorata da 2 anni e mezzo mi ha fatto rendere conto che in fondo non è così importante avere altri obiettivi nella vita? (pensiero che razionalmente mi disgusta ma che penso di poter aver acquisito inconsciamente) O forse alle medie, quando iniziai a studiare intensamente lo feci solo per avere un mio ruolo e non per vera passione e ora non ne posso più di fare così tanti sacrifici per mantenere il massimo dei voti?
So che ci sono sicuramente problemi peggiori al mio ma non riesco più a stare così, per me lo studio e la carriera sono sempre state le due cose più importanti e ora non riesco neanche ad immaginarmi con una carriera brillante e ogni volta che penso che devo studiare mi deprimo. Grazie a chiunque mi ascolterà.
Cara Elena,
dalla sua lettera traspare tutta la sua frustrazione. Quando per anni abbiamo fatto sacrifici per quello che volevamo raggiungere, siamo andati a dritto dando il meglio di noi, superando le difficoltà e ad un certo punto della vita qualcosa ci blocca e ci impedisce di continuare così come stavamo facendo, ecco che l'impotenza e la sconfitta ci invade. Ma una cosa che dobbiamo fare è tenere bene in mente che quello che siamo non deve essere uguale a ciò che facciamo. Mi spiego meglio. Gli errori che commettiamo non devono farci perdere la stima che abbiamo di noi stessi. Possiamo fallire negli esami, nello studio ma non per questo falliamo come persone e non dobbiamo perdere l'autostima. Sta attraversando un periodo difficile, ha perso un po' quelli che erano i suoi punti di riferimento ed è normale sentirsi così, ne ha tutto il diritto. Quello su cui vorrei farla riflettere e che un po' lei stessa ha accennato riguarda la motivazione in quello che faceva (studiare lo feci per avere un mio ruolo): capita a volte che intraprendiamo un percorso perché ci sentiamo in dovere di farlo (o per imposizione esterna o perché ce lo imponiamo noi stessi) e continuiamo ad andare avanti senza voltarci indietro e non ci chiediamo più “E' quello che voglio? Provo piacere in quello che faccio o lo sto facendo perché devo farlo”. Magari quando iniziamo proviamo piacere in quello che facciamo e poi dare il meglio e ottenere il massimo ci fa perdere di vista il motivo per il quale abbiamo iniziato e perdiamo il piacere puro delle cose. Potrebbe essere questo che le sta capitando? Forse nel fidanzato, negli amici ha trovato un qualcosa che le dava piacere e ha messo in discussione tutto. Piacere e dovere possono esistere insieme. L'importante è chiederci sempre: “Cosa mi piace? Perché lo faccio?”. Probabilmente lei si sta proprio chiedendo questo...
Resto a disposizione per ogni chiarimento
Un caro saluto