Il ruolo degli amici a scuola
Le relazioni con i pari si sviluppano e si modificano con l’età, e costituiscono sempre un importante aspetto che definisce il benessere delle persone.
Quanto più l’individuo è soddisfatto della propria rete sociale e dei rapporti con gli altri, tanto più sarà adattato e inserito nel contesto, proverà autostima e benessere.
Nei bambini, buone relazioni con i coetanei costituiscono un importante indicatore del funzionamento dello sviluppo non solo sociale, ma anche familiare, comportamentale, emotivo e del rendimento scolastico. Infatti, la scuola è significativa per i bambini, che vi trascorrono gran parte del loro tempo. Si differenzia dalla famiglia per la sua ampiezza e perché risulta essere meno coinvolgente da un punto di vista affettivo.
Nonostante la scuola sia il luogo privilegiato per apprendere, non bisogna dimenticare che è il luogo più adatto per socializzare ed intraprendere interazioni significative con gli altri e di conseguenza, sviluppare un buon concetto di sé.
Il contatto che i bambini hanno con i loro coetanei permette di creare relazioni con persone che si trovano allo stesso livello di potere sociale. Queste permettono al bambino di apprendere l’inversione dei ruoli, la collaborazione, la cooperazione, le regole sociali ed il comportamento corretto. Proprio nel contesto scolastico, si sviluppano maggiormente l’amicizia e la popolarità che sono legati al benessere e all’apprendimento. È importante però non fare confusione: si possono avere amici e non essere popolari, così come si può essere popolari, ma non avere molti amici.
Infatti, l’amicizia è il legame tra due persone, basato sulla fiducia; la popolarità, invece, riguarda la visibilità nel gruppo, l’essere scelti dai compagni per giocare o passare del tempo insieme.
L’amicizia e la popolarità sono importantissimi per un buon rendimento scolastico e un buon benessere socio-relazionale.
I rapporti dei bambini con i coetanei iniziano nei primi anni di vita, con differenze individuali stabili e preferenze particolari che iniziano già a tre anni d’età.
Le abilità sociali che facilitano le relazioni con i pari si consolidano proprio nel periodo prescolare, durante il quale, il gruppo dei pari diventa strutturato con la creazione di amicizie e relazioni basate soprattutto sul genere; al contempo alcuni bambini cominciano ad essere respinti dal gruppo. Questo porta nella tarda infanzia problemi all’interno del gruppo dei pari come il bullismo e la vittimizzazione.
Alcuni autori ritengono che ci sia un’influenza bidirezionale tra la relazione con i pari e i disturbi dei bambini. Nello specifico, avere problemi nel gruppo dei pari può provocare ansia, depressione, disturbi del comportamento; al contrario , i bambini con disturbi possono essere rifiutati dai coetanei.
Gli studiosi hanno trovato differenze individuali nella qualità del gioco con i coetanei durante i primi anni di vita, che possono dipendere dall’ampiezza dell’ambiente sociale, dall’esperienza con i fratelli, e dalle figure di attaccamento.
Inoltre, è stato dimostrato come le relazioni tra pari possono svolgere un ruolo protettivo nello sviluppo psicologico: avere un amico in tenera età sembra proteggere il bambino da comportamenti aggressivi e di rifiuto.
In conclusione, le relazioni con i coetanei dipendono da competenze sociali e capacità di autoregolazione; inoltre, differenze individuali nel livello di aggressività all’interno del gruppo dei pari sono già presenti in età prescolare.
La comprensione sociale e la regolazione emotiva svolgono un ruolo importante nel consolidamento delle abilità sociali nei gruppi di bambini.
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