Come gestire un attacco di panico
L’attacco di panico è un’esperienza molto complessa, che può causare un forte disagio alla persona che ne soffre.
Negli istanti in cui si sperimenta l'attacco di panico, la persona prova una serie di sensazioni corporee e psicologiche che lasciano “senza fiato” e la spaventano molto. E' possibile infatti che si susseguano sudorazioni, palpitazioni, tremori, difficoltà a respirare, sensazione di nausea o sbandamento, sensazioni di torpore, fastidi o dolori al petto, paura di morire o impazzire, tanto che a volte si possa arrivare a pensare al peggio.
L’attacco di panico travolge la persona e le può causare una forte paura di affrontare la vita quotidiana, perché la sensazione d’ansia può continuare anche quando la crisi vera e propria è trascorsa.
Un attacco di panico può presentarsi in circostanze svariate e diversi momenti di vita, così da renderlo davvero imprevedibile e spaventare molto la persona che ne soffre. Proprio l'imprevedibilità è una delle caratteristiche che più di tutte possono spaventare e preoccupare.
Molti possono essere i motivi che causano un attacco di panico e in generale le situazioni legate all'ansia. Molto spesso le persone non sono consapevoli di una reale problematica nella loro vita quotidiana e sentono l’attacco di panico come un qualcosa di inspiegabile.
Diversamente, altre volte è possibile che la persona abbia le idee più chiare e che faccia un collegamento tra l’attacco di panico e un momento di vita difficile, che sta sperimentando in quel determinato periodo. Ad esemmpio, si può trattare di un lutto, una separazione, una difficoltà lavorativa o di coppia, una fase delicata in famiglia, ecc.
In ogni caso, può essere utile rivolgersi ad uno psicologo che aiuti a fare chiarezza.
Nel mio lavoro di consulenza psicologica e psicoterapia, nei casi di attacchi di panico, concentro la mia attenzione su alcune tematiche che possono essere collegate al caso. In alcuni casi può essere utile, ad esempio, focalizzare il lavoro col paziente sul tema della “dipendenza” e dei legami che creano “vincoli forti”, cercando di approfondire alcuni aspetti relazionali e il funzionamento della persona con le persone a lei vicine.
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