Dott.ssa Valentina Panepinto

Dott.ssa Valentina Panepinto

Psicologo

Soffro di depressione, non riesco più a vivere così

Salve a tutti, sono Alessandro. Non so davvero da dove cominciare... Non vorrei farmi un’autodiagnosi, ma penso proprio di soffrire di depressione, già da un bel po’. Non passa giornata senza che io desideri di essere morto, senza che io abbia crisi di pianto e/o di ansia per i più svariati motivi, perché nulla nella mia vita sembra andare bene, perché mi sento infinitamente solo, perché sento di non essere bravo in niente e di non avere uno scopo, eccetera. Lo so, sono le solite cose che la gente che sta male scrive, ma è davvero così. Tempo fa mi era già capitato di essere triste, già volevo andare da uno psicologo. Ma non pensavo che sarei potuto stare così male... Non so neanche come descrivere queste sensazioni; è un dolore mentale insopportabile, non riesco più a tollerarlo ogni giorno. Ho problemi di ansia anche per le cose più banali, cose alle quali una persona normale non penserebbe due volte, oppure ho dei forti sensi di colpa per ogni cosa, anche se per esempio non riesco ad andare a una festa (esempio stupidissimo lo so), passerò la serata con i sensi di colpa eccetera eccetera. Perché non vado da uno psicologo, vi starete chiedendo? Penso lo sappiate; non so perché, ma confessare di stare tanto male è estremamente difficile, è come sollevare un’enorme roccia con un incredibile peso. Un po’ di tempo fa l’ho detto a mio padre: “ho davvero bisogno di andare da uno psicologo”. Gliel’ho detto praticamente in lacrime, dicendo che la situazione sarebbe potuta essere un’emergenza. Non ha mosso un dito. Non ha fatto niente. L’argomento è tornato fuori qualche giorno fa. A pranzo è venuta la mia famiglia che non vedevo da tempo e, visto che ho appena iniziato il quinto anno di liceo, hanno cominciato tutti a chiedermi cosa volessi fare dopo. Io ho detto le mie idee, un po’ vaghe, che comunque vanno da giurisprudenza a psicologia (per l’appunto...). Non so come spiegarlo, ma il modo in cui hanno criticato ogni mia scelta... ci sono andati davvero giù pesante. “Giurisprudenza solo se poi sei abbastanza bravo e ti fai un nome dopo, ma non penso proprio tu possa.” e cose così. Lo so, lo so che detto così sembra una scemenza... ma tutto il pranzo è passato così, vi giuro che è stato davvero pesante, vedere che nessuno mi appoggia o crede in me. Penso che la parte peggiore sia stato il mezzo sfottò di mia madre, che può essere piuttosto ipocrita certe volte, e quando le ho detto in privato di voler fare, per esempio, psicologia, lei diceva “ah che bello! L’importante è che ti piaccia davvero”, e poi invece davanti agli altri se n’è uscita dicendo “Pensate che la sua alternativa sarebbe psicologia! Ma ve lo immaginate che deve fare?”. Ovviamente quando poi l’ho affrontata in modo pacato e composto sull’argomento lei si è indisposta, perché guai a chiamarla ipocrita. Comunque, dopo questa piacevolissima riunione di famiglia, ho detto ai miei che mi piacerebbe se mi sostenessero ogni tanto invece che fare il contrario davanti agli altri, ho detto chiaramente che mi facevano sentire uno schifo, un fallimento in partenza. E mio padre: “Se ti senti così perché non ne parli con qualcuno?”. E io gli ho ricordato di quella volta che avevo chiaramente chiesto aiuto, lui si è arrabbiato dicendo che non sono cose che si risolvono tirando qualcosa fuori dalla tasca o schioccando le dita. (Ho da poco compiuto 18 anni, ma comunque non posso permettermi di pagare le visite autonomamente.)
Il rapporto con mio padre è una delle cose che mi fa desiderare di più di essere morto. È perennemente arrabbiato. Non so per cosa, per tante cose, ma se la prende con me. Sinceramente, penso che anche lui avrebbe bisogno di uno psicologo, perché urla e si arrabbia in modo indecente per cose veramente insignificanti. Vi giuro che è terribile, urla sempre con me, ogni cosa che faccio sembra desiderare che io fossi diverso, ogni volta che mi guarda mi fa sentire come se non mi volesse nella sua vita. Per adesso è molto arrabbiato perché abbiamo qualche problema a livello economico (niente di grave, bisogna solo tenere d’occhio le risorse che non sono infinite ovviamente), e se la prende con me. Io capisco di aver comportato delle spesse ma sto provando davvero a non chiedere più niente, perche capisco la situazione. Ieri sera in macchina si è ovviamente arrabbiato con me, e allora io gli ho detto che il fatto che lui sia sempre così con me mi fa stare davvero male. Non so cosa mi aspetto ogni volta che mi apro così, perché ogni volta è peggio. Ha continuato a urlare, a parlare del problema dei soldi, e io gli ho detto che lo avevo capito, ma avevo bisogno che lui non fosse così duro con me riguardo ogni cosa. Sento che forse starei meglio lontano dai miei.
Sto scrivendo davvero tanto, e mi dispiace, ma avevo bisogno di sfogarmi; scrivo le ultime cose e chiudo.
Tornando al mio più grande problema, passo giornate a letto piangendo e desiderando di essere morto, per consolarmi certe volte mangio più di quanto dovrei, altre volte meno, alle feste bevo molto per ubriacarmi e pensare ad altro. Di notte a volte non riesco a dormire per l’ansia, ma i momenti di sonno sono tra i più belli delle mie giornate in quanto sono gli unici in cui non devo pensare (dormo tanto infatti, proprio quando sto male così non penso). Ogni volta vorrei non dovermi svegliare. Un’altra cosa che mi consola è guardare serie su Netflix, così posso distrarmi dalla mia vita reale. L’unica cosa che mi trattiene qua è la musica, è la mia più grande passione. Ogni volta che sto davvero male, prendo la chitarra o vado al pianoforte, scrivo una canzone e mi sento un po’ meglio.
Vorrei davvero uccidermi certe volte, ma non ho il coraggio di farlo. Ho paura di trovarlo però. Ho paura, ma un po’ lo spero anche.
Scusate per il messaggione
Cordiali saluti, Alessandro

Caro Alessandro,

il malessere che descrivi sembra davvero molto importante. Mi pare di capire che ci convivi da parecchio tempo e che ultimamente sia peggiorato. 

La tua idea di andare da uno psicologo mi sembra l’unica soluzione possibile. Capisco che a volte non è facile ammettere con sé stessi di avere bisogno di aiuto, a maggior ragione se non si è sostenuti dalla propria famiglia in questa scelta.

Affrontare questo argomento nel bel mezzo di una lite familiare sicuramente non ha aiutato. Ti suggerirei di riprovare nuovamente, in un momento migliore, a far presente ai tuoi che senti di non farcela più e di avere davvero bisogno di parlare con qualcuno.

Per il discorso economico, potresti provare a rivolgerti ai servizi pubblici dove potresti essere seguito gratuitamente o al prezzo di un piccolo ticket.

Essendo maggiorenne non sarebbe neanche necessario il consenso dei tuoi genitori, ma penso che sia importante per te sentirti sostenuto in questa tua scelta, quindi vale la pena di fare un altro tentativo.

Ti avverto però che nei servizi pubblici le liste d’attesa potrebbero essere piuttosto lunghe, quindi, considerata l’entità del tuo malessere, valuta insieme alla tua famiglia l’opportunità/possibilità di rivolgerti ad un professionista nel privato. Ce ne sono alcuni che propongono delle tariffe agevolate per ragazzi giovani come te e con difficoltà economiche.

Ti auguro davvero di riuscire a portare un po’ di luce nella tua vita.

Per qualsiasi cosa non esitare a contattarmi.

Dott.ssa Valentina Panepinto