Dott.ssa Valentina Sciubba

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Dott.ssa Valentina Sciubba

Psicologo, Psicoterapeuta, Psicosomatista

Nostro figlio si sente escluso e a volte preso in giro

Salve, il figlio di mia moglie ha 13 anni e da un anno e mezzo si è trasferito in Italia con la madre. Ha iniziato a frequentare la prima media con buoni risultati scolastici ma purtroppo con problemi di integrazione con i compagni di classe. All'inizio sembrava fosse stato accolto bene, ma dopo pochi mesi abbiamo assistito ad un progressivo isolamento da parte dei compagni di classe fino ad arrivare ai pugni nella pancia e prese in giro. A quel punto stanchi di sopportare abbiamo fatto presente quanto successo alla scuola, sono stati chiamati i genitori di alcuni compagni di classe, alcuni hanno portato la cosa nelle loro famiglie, altri ci sono venuti a cercare chiedendo un confronto tra i ragazzi. Quest'anno, in seconda media, le cose non vanno di nuovo bene, non siamo arrivati alle violenze fisiche, ma nostro figlio lamenta di non essere considerato, si sente escluso, a volte preso in giro. Fatto sta che non ha legato con quasi nessuno, non ha amici, gioca solo con la playstation va a scuola mal volentieri e dice spesso che vuole tornare nel suo paese di origine, che quella scuola è piena di gente negatva ( per usare un termine soft ), che l'italia è un paese brutto ( altro termine soft )incolpando la madre di averlo portato in Italia. Abbiamo parlato con uno psicologo della scuola, il quale ha pensato ad un paio di strategie per integrarlo maggiormente: gruppi di studio sia a scuola che extra scuola, fargli frequentare un corso di musica dove può incontrare altri ragazzi che non frequentano la sua scuola. La prima strategia non è ancora stata messa in pratica dagli insegnanti, la seconda non sta avendo successo in quanto nostro figlio non vuole andare perchè non conosce nessuno. Abbiamo provato a iscriverlo a basket ma dopo un primo interesse ha rinunciato a frequentare il corso. Sembra si stia chiudendo in se stesso e che non voglia provare a fare altre amicizie, nel timore forse di rivivere il rifiuto. Ho pensato di iscriverlo ad un corso di ballo, perchè sembra più interessato ad un qualcosa di artistico che ad uno dei classici sports. Vediamo come andrà. il suo sogno adesso è di tornare nel paese di origine. Siamo molto preoccupati, Cosa possiamo fare ? Grazie per l'attenzione

Gentile Alessandro, a difficoltà obiettive quali il provenire da un altro paese e quindi da altra cultura e lingua e la natura stessa della scuola media, che riunisce elementi di tutte le estrazioni sociali per cui la competizione e fenomeni di bullismo sono particolarmente frequenti, andrebbe aggiunta una valutazione del carattere del preadolescente e del sostegno della famiglia, in vista di rendere entrambi il più possibile idonei a favorire l'adattamento. In questa età il gruppo dei pari è molto importante, anche in vista dello sviluppo psicologico e psico-sociale successivo e perciò fa bene ad essere preoccupato. E' possibile che la famiglia possa avere un ruolo molto importante nel favorire l'autostima e la sicurezza di sé. Tenga anche presente che fenomeni di bullismo possono avere il risvolto positivo di evidenziare una debolezza o difficoltà della vittima a interagire correttamente e in questo senso possono essere una “spia“ psicologica della personalità dell'adolescente, da prendere in considerazione, a prescindere dall'ambiente particolarmente degradato. Le consiglio perciò di consultare uno psicologo psicoterapeuta che prenda in considerazione il problema a tutto campo, secondo le linee indicate.