Dott.ssa Valentina Sciubba

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Dott.ssa Valentina Sciubba

Psicologo, Psicoterapeuta, Psicosomatista

Pigrizia, paura e sconforto

Buongiorno. Sono un "ragazzo" di 40 anni e, ancora adesso, provo delle sensazioni che avvertivo durante la mia infanzia e adolescenza, forse anche in maniera più esasperata (adesso). Mi provoca disagio stare con altre persone a meno che non si tratti di amicizie o conoscenze consolidate. Non riesco ad essere me stesso e, per non offendere o ferire gli altri, spesso non dico quello che penso, magari anche nei confronti di coloro i quali non sono sempre carini nei miei confronti. Questo mi capita soprattutto con le persone che conosco meno e che mi sono indifferenti. Diciamo che mi arrabbio e tratto, a volte, male le persone alle quali tengo di più e questo scatena in me rimorso e " odio" nei confronti di coloro i quali mi sono indifferenti, ma che non riesco ad offendere, anche quando lo meriterebbero.

Ma ritorniamo al titolo:

1) Pigrizia: soprattutto sul lavoro, poichè non mi piace ciò che faccio, non mi gratifica. Ma non ho il coraggio. Paura di mollare tutto e ricominciare daccapo, sia per l'età che per la paura di rinunciare ad uno stipendio sicuro.

2) Paura: spesso ho paura di non essere in grado di affrontare, psicologicamente, avvenimenti negativi come la scoperta di una malattia, piuttosto che un possibile contenzioso con un ente o una persona fisica. Interagiscono, in me, l'indolenza e la paura di soffrire nell'affrontare un ipotetico problema, qualsiasi natura esso abbia, anche perchè questo comporterebbe l'interazione con persone estranee.

3) Sconforto: può essere una conseguenza della paura. Mi sento, spesso, demotivato, senza obiettivi attuabili. A volte mi prefiggo uno scopo tipo: vendere casa ed acquistarne una più vicina alle mie esigenze, ma poi rinuncio per non rischiare di essere imbrogliato, di dover affrontare un trasloco, di dover volturare le utenze e incontrare problematiche varie. Insomma ho paura di tutto (o quasi) e per fare un passo, impiego una " vita".
Vi prego, per favore, di darmi qualche spunto riflessivo e qualche soluzione. Non ditemi, solamente, di rivolgermi ad uno psicoterapeuta. Grazie a tutti.

Gentile signore,

la sua situazione sembra un po' complessa perchè alle difficoltà personali, come spesso accade, si aggiunge anche una certa demotivazione sul lavoro. Capisce bene che non sarebbe corretto darle delle "soluzioni" senza un colloquio clinico e un rapporto professionale propriamente detto. Posso dirle che potrebbe soffrire di una certa ansia sociale che le dà insicurezza e forse di qualche vissuto depressivo conseguente al lavoro.
L'ansia sociale si può contrastare, ma richiede un percorso psicologico, in genere non brevissimo, anche se affrontato con la terapia breve. Questo percorso non prevede anni ma almeno qualche mese. Tenga anche presente che la terapia breve, in casi come il suo, dovrebbe dare risultati significativi entro massimo 10 sedute.
Anche l'aspetto lavorativo si gioverebbe di essere indagato e valutato assieme ad uno psicologo. E' possibile che esso migliori con il miglioramento dell'ansia e dei rapporti interpersonali. Le segnalo un articolo sul miglioramento delle relazioni interpersonali, che può trovare nella mia scheda, che mostra come possa essere molto facile migliorarle con l'aiuto di uno psicoterapeuta.

Cordiali saluti