Come posso darmi un limite?
Salve, sono una ragazza di 24 anni, da quando sono adolescente nel weekend ho l'abitudine di bere alcolici, ho sempre saputo di non saper gestire questo consumo, infatti rispetto all'adolescenza ho avuto dei notevoli miglioramenti, ora come ora alle volte capitano episodi spiacevoli perché non riesco a darmi un limite, uno stop.
Da adolescente sentivo il bisogno di bere per allontanarmi dalla realtà, sono figlia unica all'età di 15 anni i miei genitori si sono separati, ho uno splendido rapporto con mia mamma, meno con mio padre, ho preso la decisione di non schierarmi da nessuna delle parti, ho sempre provato a costruire un rapporto con mio padre (che soffre di una depressione non diagnosticata da un medico ma palese ai miei occhi) senza grandi risultati, spesso passano anche mesi senza sentirci, dove puntualmente sono io a chiamarlo. Con ciò sono pienamente cosciente di aver maturato la paura dell'abbandono che riscontro sia con le amicizie che con i ragazzi, ma a questo sto lavorando.
Ora come ora mi reputo una persona felice, sono un'infermiera, ho un lavoro, dopo anni di relazioni con ragazzi sbagliati, instabili mentalmente sono riuscita a liberarmi di tutte le persone negative.
Nonostante la mia serenità attuale, non ho ancora imparato a gestire il consumo di alcolici, continuo a ricadere nel solito errore. Mi rendo conto di diventare pesante, infantile agli occhi delle persone che mi circondano, ed anche se mi vogliono bene non voglio essere un peso per loro. Capirei benissimo se prendessero le distanze da me.
Non vorrei diventare astemia, vorrei solo imparare a gestire questa situazione.
Gentile ragazza,
la psicologia e la psicoterapia a volte possono risolvere i problemi in pochissimo tempo, persino in un solo colloquio, ma in ogni caso non danno ricette standard, in quanto più di ogni altra disciplina probabilmente devono adattare il rimedio alla soggettività dell'individuo.
Non è possibile pertanto prescindere da un'analisi clinica dei suoi vissuti. Sulla base di ciò che comunque ci riferisce sarebbe comunque bene elaborare ulteriormente con l' aiuto esterno di uno psicologo psicoterapeuta, il rapporto con suo padre sia relativamente al passato che al presente.
Ciò è possibile anche con una terapia individuale, come cerco di spiegare in un articolo sulle relazioni interpersonali che può trovare sulla mia scheda del portale.
Cordiali saluti