Sono terrorizzato dal creare anche solo la minima sofferenza a mio figlio andando a lavorare lontano
Sono separato da quando mio figlio Angelo ha un anno e mezzo, i rapporti tra me e la mia ex sono ottimi, spesso stiamo tutti insieme anche con i nostri attuali compagni, io lo vedo spessissimo, bellissimo. Ora Angelo ha quasi sette anni e non si ferma mai a dormire a casa mia anche se tra noi c'è un bellissimo rapporto; non dò troppo peso a questo, ma non me lo spiego ancora. Resta da me (e devo dire con piacere) solo quando la madre è fuori dalla città per qualche motivo. In questi giorni ho avuto una proposta di lavoro molto allettante in Brasile, un ottimo lavoro ben pagato e di responsabilità, quella che si può definire davvero una buona opportunità e sono tentato dal coglierla, ma sono terrorizzato dal creare anche solo la minima sofferenza ad Angelo. Cosa potete dirmi relativamente all'impatto psicologico che un bambino di questa età possa ricevere da un periodo prolungato (almeno 3 anni, ma che possono diventare di più) di mia lontananza? Grazie in anticipo per l'aiuto
Gentile utente,
suo figlio non risulta essere morbosamente attaccato a lei dal momento che si rifiuta di dormire, evidentemente la figura materna in questo periodo è prevalente. D'altra parte ha anche superato la fase delicata edipica e di identificazione sessuale primaria che è intorno ai 4-5 anni per cui un distacco non dovrebbe avere effetti molto traumatici come può risultare per la perdita totale del padre a quell'età. Inoltre la sua è un'assenza suscettibile di ritorni e viaggi. Pensi a tutti i figli dei marinai, non è molto plausibile che abbiano subito gravi traumi. In ogni caso la figura paterna è importante per il rispetto delle regole e per l'autonomia, tenga presente questi due aspetti che si declineranno in futuro, il secondo soprattutto a partire dall'adolescenza