Dipendenze relazionali, da alcool, cocaina, gioco, cibo, eroina
PREMESSA
Questo articolo può essere considerato una prima fase psicoeducativa, volta a divulgare a chi è immerso nel disagio della dipendenza, ai suoi familiari e agli operatori del settore, la complessa natura delle dipendenze patologiche per le profonde interazioni biologiche, psicologiche e socio-culturali che ne definiscono l’essenza. Questa fase di conoscenza rappresenta un primo fondamentale passo di avvicinamento alla designazione di possibili progetti di intervento.
La dipendenza si può definire come un disturbo conseguente all’uso ripetuto, inappropriato e/o inadeguato di una sostanza, di un oggetto o di un comportamento finalizzato al desiderare, all’ottenere piacere e/o all’evitare sofferenza. Chi ne soffre sperimenta una specifica esperienza di incoercibilità e compulsività che sfugge al controllo della propria volontà. La dipendenza altera l’equilibrio cerebrale e funzionale della mente. Il craving è da considerarsi un vero e proprio squilibrio cerebrale per il quale a volte può rendersi necessario, soprattutto nelle prime fasi della cura, un contenimento ed una terapia farmacologica sostitutiva.
È necessario subito dire che il fenomeno delle Dipendenze Patologiche si è modificato tantissimo nel corso degli ultimi anni in relazione ai mutamenti socio-economici in atto nel nostro Paese e nel mondo, alcune dipendenze, già pochi anni fa pressoché rare e/o sconosciute si stanno diffondendo a macchia d’olio nel nostro tessuto sociale, come ad esempio la dipendenza da gioco, da internet, da shopping, da sesso, da tanning e così via.
Questo problema rappresenta una questione di estrema complessità, richiede infatti che il professionista della salute mentale padroneggi e sappia integrare conoscenze estremamente specialistiche afferenti ad ambiti diversi ma tra loro strettamente interagenti: da un lato l’epidemiologia e la sociologia permettono una lettura del contesto economico, sociale e culturale in cui tale fenomeno si espleta; le neuroscienze e la neuro-biologia sono essenziali per comprendere l’interazione tra organismo e sostanza da cui è possibile derivare la lettura di specifici fenomeni quali il “bisogno di gratificazione cerebrale”, l’”astinenza”, l’”assuefazione”, la “sensibilizzazione” e altri; infine la psicologia clinica e la Terapia Cognitivo-Comportamentale tracciano un liaison tra questi due ambiti interessandosi di Pattern d’Attaccamento, di Sistemi Motivazionali Interpersonali, di Modelli Operativi Interni, di Disturbi di Personalità (Organizzazioni di Significato Personale incluse) e di Disorganizzazioni degli Stati di Coscienza.
Al fine di rendere i contenuti dell’articolo maggiormente fruibili queste tre macroaree sono state quindi suddivise in “Aspetti Psicologici delle Dipendenze”, “Aspetti Epidemiologici e di Contesto delle Dipendenze” ed “Aspetti Neurologici delle Dipendenze”, a loro volta ogni area è stata ulteriormente suddivisa in punti.
Per brevità ogni punto è stato accennato e trattato a scopo puramente divulgativo ed in modo non esaustivo. Questo articolo, scritto dal Dr. Valerio Rubino, è un estratto di un libro che è in corso di valutazione per una pubblicazione e che per questione di diritti non è possibile leggere integralmente.
ASPETTI PSICOLOGICI DELLE DIPENDENZE
1. DIPENDENZE RELAZIONALI E PATTERN DI ATTACCAMENTO: Un’indipendenza autentica poggia sulla capacità di dipendere da altre persone, e di permettere ad altre persone di dipendere da noi. Dunque, più che di una polarità dipendenza-indipendenza sarebbe meglio parlare di dipendenze relazionali sane e dipendenze patologiche, definendo patologiche le forme «non negoziabili» di dipendenza o le pretese, eccessive e illusorie, d’indipendenza...
2. DISORGANIZZAZIONE DEGLI STATI DI COSCIENZA: La possibilità di sistemi interni molteplici e disconnessi tra loro appare molto rilevante per la psicopatologia in genere e per le dipendenza patologiche in particolare, spesso infatti la persona che ne soffre tende a mettere in atto comportamenti e ruoli che lui stesso non è in grado di riconoscere e tenere integrati gli uni agli altri...
3. PER UN PERCORSO DI CURA È NECESSARIA UNA RELAZIONE TERAPEUTICA SIGNIFICATIVA: Da quanto finora detto nasce una prima importante premessa, l’obiettivo cardine del progetto terapeutico con un paziente con dipendenza è la creazione di un’Alleanza Terapeutica“ che, in altri termini, potremmo idealmente definire come la costituzione di un patto di collaborazione in un clima di fiducia reciproca“ primo e ultimo gradino per la costruzione ed il mantenimento di una relazione significativa…
4. DALLE NOVELLE AL ROMANZO: L’obiettivo terapeutico conseguente e parallelo al mantenimento dell’Alleanza Terapeutica è quello di andare ad operare ristrutturazioni dell’esperienza del paziente in grado di portare integrazione e continuità alle tracce mnestiche connesse ai comportamenti, alle emozioni, ai pensieri, alle sensazioni corporee inerenti l’innesco sintomatologico…
5. LE BUGIE, TRA DISORGANIZZAZIONE DEGLI STATI DI COSCIENZA, BASSA AUTOSTIMA E SFIDUCIA NELL’ALTRO: Le strategie terapeutiche varieranno da caso a caso. Innanzitutto l’avvio di un percorso terapeutico è bene preveda una valutazione della pervasività del disturbo nella vita del paziente. Ciò tuttavia è molto difficile poiché spesso il paziente da un lato non ha sviluppato ancora quel minimo di integrazione della propria esperienza che gli permetta di spiegarsi, riconoscere e quindi poter raccontare a qualcun altro i propri comportamenti disfunzionali, dall’altro all’inizio del percorso - ma non solo - non ha sviluppato ancora quel minimo di fiducia nella relazione per affidarsi e parlare della propria effettiva situazione riguardo alla sostanza…
6. IL PERCORSO DI CURA, UN VESTITO FATTO SU MISURA: Nella progettazione del percorso di cura la definizione del setting è un’operazione che merita assoluta attenzione…
7. LA CURA, DALL’INCONSAPEVOLEZZA GIUDICANTE ALLA CONSAPEVOLEZZA SAGGIA E COMPASSIONEVOLE…
8. LA DURATA E IL COSTO DI UN PERCORSO DI CURA: Ad oggi non esiste una soluzione terapeutica rapidamente efficace. Tuttavia numerosi studi longitudinali dimostrano che i pazienti che si sottopongono ad una psicoterapia cognitiva per un periodo sostanziale di tempo“ circa dai due anni in su“ possono andare incontro a significativi miglioramenti. Questi studi dimostrano inoltre che il sostegno finanziario ad un trattamento ambulatoriale con frequenza settimanale prolungato può avere nel lungo termine un buon rapporto costo-efficacia…
ASPETTI EPIDEMIOLOGICI E DI CONTESTO DELLE DIPENDENZE
9. IL CONTESTO SOCIO-CULTURALE DELLE DIPENDENZE: Non bisogna dimenticare che il fenomeno delle Dipendenze, dei Disturbi Traumatici dello Sviluppo e dei Disturbi Alimentari è in parte attribuibile alla complessa interazione tra individuo e contesto socio-economico-culturale. In questo senso appare avere avuto un ruolo importante la fase di industrializzazione dei primi dell’800 (in altri Paesi europei dopo l’Italia anche prima)…
10. L’IDENTITA’ INDIVIDUALE E GENERAZIONALE BRUCIATA DALLA TECNOLOGIA: L’industrializzazione ed il consumismo hanno inoltre portato un rinnovamento culturale-tecnologico vertiginoso, per cui, diversamente dal passato, ciò che era valido un tempo per i genitori, già nel giro di pochissimi anni non lo è più per i figli…
11. LA TRASVERSALITA’ DELLE DIPENDENZE: I dati epidemiologici, a conferma dei dati sociologici, offrono altrettante interessanti osservazioni. Mentre in passato le Dipendenze riguardavano fasce di popolazione più o meno ben definite e l’oggetto delle dipendenze riguardava principalmente note sostanze stupefacenti (eroina, alcol, cocaina), ad oggi il fenomeno delle dipendenze si sta diffondendo in modo allarmante a macchia d’olio (di pari passo ai disturbi alimentari) ed in modo trasversale, colpisce ovvero ogni classe di età ed ogni categoria sociale. Anche i mezzi d’abuso si sono moltiplicati, non più solo sostanze, ma oggetti e comportamenti sempre in evoluzione, dal gioco ad internet, dal cibo al sesso e così via…
12. DIFFERENZE DI GENERE SESSUALE NELL’AVVIO ALL’ASSUNZIONE DI SOSTANZE: Sempre a livello epidemiologico vi è un altro dato interessante relativamente al genere sessuale dei pazienti. Mentre gli uomini in genere giungono alle sostanze stupefacenti in modo diretto attraverso le prime esperienze di assunzione tra pari, nelle donne si osserva in sede anamnestica una tendenza a giungere alla sostanza attraverso la frequentazione affettiva di un partner che già faceva uso di sostanze“ un fenomeno denominato dagli esperti del settore co-dipendenza…
GLI ASPETTI ORGANICI DELLE DIPENDENZE
13. I BISOGNI DEL CERVELLO: La ricerca di gratificazione e la ripetizione nel tempo del comportamento gratificatorio sono due aspetti che caratterizzano il nostro cervello…
14. DUE SISTEMI CEREBRALI DIVERSI PER IL PIACERE E IL DISPIACERE: Nel tempo l’equilibrio tra il sistema del piacere e quello del dispiacere può rompersi e portare verso l’esperienza di un costante impoverimento della capacità di cogliere i piaceri nella vita di tutti i giorni…
15. POCHI NEUROTRASMETTITORI, TANTO DANNO: Milioni di miliardi di cellule nervose sono influenzate solo da poche decine di neurotrasmettitori, ciò spiega perché l’introduzione nell’organismo di alcune sostanze tossiche può stravolgere l’equilibrio di grandi aree cerebrali…
16. IL BENESSERE IN EQUILIBRIO TRA ECCITAZIONE E INIBIZIONE: In relazione al tipo di risposta prodotta, i neurotrasmettitori possono essere eccitatori o inibitori, cioè possono rispettivamente promuovere la creazione di un impulso nervoso nel neurone ricevente o inibire l'impulso…
17. IL DESIDERIO E LA DOPAMINA: Il sistema dopaminergico è detto anche il sistema dei bisogni, delle motivazioni, delle attese, delle aspettative, del desiderio. Ci impegna in ogni momento della nostra vita nel raggiungimento dei nostri obbiettivi. Dal suo corretto funzionamento dipende il nostro stato generale di benessere o malessere...
18. LA DIPENDENZA ED I DISTURBI ALIMENTARI: Sempre a proposito di dopamina e dipendenze uno studio americano parallelo, come già accennato negli esempi appena proposti, paragona la propensione ad abbuffarsi all’assunzione di stupefacenti (Vedi articolo del Dr. Valerio Rubino dal titolo “IMPORTANTI NOVITA’ PER RISOLVERE IL PROBLEMA DEI DISTURBI ALIMENTARI” su http://www.psicologi-italia.it/valerio_rubino.htm). Si tratta sempre e comunque di un meccanismo di funzionamento della dopamina che si inceppa, per quanto riguarda l’organismo. Senza contare che spesso le variabili psicologiche che portano gli individui ad eccessi alimentari, instaurando comportamenti di dipendenza, sono all’origine le stesse…
19. IL FENOMENO DELLA SENSIBILIZZAZIONE E LE RICADUTE: L’impatto a volte dirompente delle ricadute nella sostanza che può portare un soggetto tossicodipendente al riutilizzo di una sostanza anche a distanza di anni dall’interruzione della stesse può esse spiegato dal fenomeno della "sensibilizzazione"…
20. LATERALIZZAZIONE EMISFERICA, INTEGRAZIONE COGNITIVO-EMOTIVA E TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE: Importanti studi neuro scientifici hanno chiarito che una più elevata attività generale a livello della corteccia frontale sinistra sottintende ad una maggiore disponibilità verso sentimenti positivi, mentre una prevalente attività corticale a livello frontale destro evidenzierebbe una emozionalità orientata in senso negativo. […] L’integrazione quindi, tra aspetti dell’esperienza percepiti tra corteccia prefrontale destra e sinistra, è uno degli obiettivi principali della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale e porta il soggetto con uno stato mentale problematico (in questo caso dipendente da sostanze), ad ampliare la propria funzione di Monitoraggio Metacognitivo e a riguadagnare strada sulla gestione delle sue azioni e sulla diminuzione dei comportamenti compulsivi.
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