Dott. Valerio Rubino

Dott. Valerio Rubino

psicologo, psicoterapeuta, sessuologa, emdr

Cause e complicazioni degli attacchi di panico

Questo articolo è volto ad offrire una panoramica delle cause sottostanti l’insorgenza degli attacchi di panico. Come si vedrà inoltre, se il disturbo da Attacchi di Panico non viene correttamente curato, può portare ad altre complicazioni.


Cause del disturbo di panico

L’età in cui tale disturbo si manifesta per la prima volta varia notevolmente da soggetto a soggetto, ma tipicamente si colloca tra la tarda adolescenza e i 35 anni.
In base agli studi empirici finora realizzati, i fattori di rischio per l’insorgenza del disturbo di panico risultano essere:

  • situazioni stressanti fisiche (es. malattie, mancanza di sonno, iperlavoro, uso di sostanze stupefacenti) e psicologiche (es. stress lavorativo, problemi finanziari, cambi di ruolo, conflitti interpersonali, malattie di familiari, separazioni, lutti);
  • iperventilazione, che consiste in una respirazione più rapida e profonda rispetto al fabbisogno d’ossigeno dell’organismo in un determinato momento;
  • predisposizione genetica e familiarità, per cui i consanguinei di primo grado si trasmetterebbero la tendenza a rispondere con l’ansia a determinati stimoli;
  • caratteristiche di personalità, consistenti essenzialmente in una sensibilità agli stimoli ansiogeni, che si manifesta in particolare con lo stile di pensiero catastrofico.
     


Complicazioni del disturbo di panico

Non sempre al pronto soccorso gli attacchi di panico vengono correttamente diagnosticati, ed anche qualora ciò avvenga la difficoltà conseguente consiste nell’indirizzare la persona verso il trattamento più adeguato. In uno studio recente si è rilevato che negli Stati Uniti solo una persona su quattro che ha il disturbo riceve la cura di cui necessita. Il disturbo da Attacchi di Panico non correttamente curato può portare ad altre complicazioni.

Il disturbo di panico può essere particolarmente invalidante in quanto ha ripercussioni sulla vita lavorativa (es. rinuncia ad un lavoro per le difficoltà di spostamento), familiare (es. tensioni interpersonali causate dalle frequenti richieste di essere accompagnati) e sociale (es. riduzione delle relazioni a causa della difficoltà a frequentare luoghi pubblici) della persona che ne soffre.

La riduzione dell’autonomia, conseguente all’attuazione di comportamenti protettivi e di evitamento delle situazioni considerate connesse all’insorgenza della sintomatologia, danneggia, a breve termine, la qualità della vita di chi ha il disturbo e dei suoi congiunti, e, a lungo termine, il senso di efficacia personale e la stima di sé. Il decremento dell’efficacia personale e dell’autostima, inoltre, a lungo andare possono produrre una depressione secondaria.

Altra frequente conseguenza del disturbo di panico è l’abuso di sostanze stupefacenti (in particolare l’alcool), a cui la persona può ricorrere come tentativo disperato di gestire il disturbo stesso o la depressione che ad esso può seguire.

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