Dott. Venanzio Clarizio

Dott. Venanzio Clarizio

psicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta, consulente tecnico di parte

Come capire se si tende al narcisismo/borderline

Buongiorno,
Ultimamente sto notando che le persone tendono ad allontanarsi da me e quando non lo fanno loro spesso lo faccio io.
La dinamica è quasi sempre la stessa, all'interno di un gruppo passo inosservata per i più e con pochi, o pochissimi, stringo un'amicizia viscerale (quasi sorellanza/fratellanza) che culmina sempre in un allontanamento. Ho pochi amici e generalmente molto selezionati, per mia indole, però tutto sommato non risulto una persona sgradevole e riesco ad integrarmi nei diversi contesti sociali. Almeno questo è quello che io penso. In realtà sto inziando un percorso che mi ha portata a trovarmi in un nuovo gruppo con persone sconosciute. Mi sono accorta di essere un po' "esiliata" dal gruppo e questo mi ha spinto a chiedermi perché e se potesse essere collegato al fatto che alla lunga le persone si allontanano da me o io allontano loro. Tra le varie risposte che mi sono data ci sono:

1) forse la mia amicizia stretta con X ci ha fatto percepire come gruppo a sé dagli altri, anche se penso di aver provato a non dare questa immagine interagendo con gli altri o mettendomi a disposizione per il gruppo

2) forse dentro me c'è una tendenza al narcisismo che coniugata alla mia incapacità di mentire porta a questi risultati, perché spesso mi ritrovo a pensare che la maggior parte delle persone non è in grado di capirmi, non solo come persona, ma anche a livello di collegamenti logici o fattori a cui io penso immediatamente, mentre gli altri trascurano (dandomi poi dell'ansiogena e paranoica nell'immediato e ragione a lungo termine).

Ho molto pensato al gioco dei ruoli e a che ruolo giocassi io (prevalentemente) all'interno dei diversi contesti sociali e non sono riuscita a rispondere alla domanda: sono io l'ancora di alcuni o io mi ancoro a pochi?

La prima risposta mi permette di spiegare la mia tendenza a fare la crocerossina e ad affezionarmi agli altri e soprattutto ai loro problemi e la seconda invece mi permette di spiegare la mia estrema selettività ed attrazione verso persone completamente opposte a me. Ma soprattutto mi chiedo come posso migliorare e cosa devo migliorare? Non capisco dove sbaglio e questo fa crescere in me l'ansia da "prestazione sociale" (che somatizzo con forti emicranie prima-durante e dopo gli incontri con il gruppo) nonché la forte paura di sbagliare, la forte necessità di dovermi sempre far notare con discorsi brillanti o uscite simpatiche che quasi mai vengono considerati nonostante il mio impegno per formularli e quindi la paura di sembrare ridicola.
Infine, vorrei chiedere se fosse possibile consigliarmi delle letture in merito, ho già letto messaggio per un'aquila che si crede un pollo sia il dhammapada ma pur avendoli trovati illuminanti non hanno centrato il punto.

Gent.ma Sig.ra Debora,

da quello che lei scrive non si evince che possa trattarsi di un disturbo narcisistico perchè in tal caso non mostrerebbe preoccupazione per il fatto che "le persone tendono ad allontanarsi". Penso che possa trattarsi di una forma di ansia sociale con conversione somatica. Per ottenere dei cambiamenti finalizzati ad un maggiore benessere personale avrebbe bisogno di ridurre progressivamente la sua attenzione rispetto alle interazioni sociali e a modificare le sue aspettative rispetto alle stesse. Non ha molto senso chiedersi se si è "l'ancora di alcuni" o se lei a sua volta preferisce ancorarsi a pochi specialmente nei gruppi di amici, ma occorre essere più spontanei ed accettare che ci saranno sempre persone alle quali sembreremo simpatiche ed altre alle quali no. La ricerca di un'accettazione da parte degli altri ad ogni costo dovrebbe farci riflettere anche su quanta autostima abbiamo in noi stessi, in quanto un'eventuale carenza necessiterebbe di essere affrontata adeguatamente, ripercorrendo la propria storia personale per individuare i momenti in cui tale autostima è stata minacciata e come eventualmente questi momenti si sono ripetuti ed hanno contribuito alla costruzione di una certa insicurezza. Non va sottovaluta, infine una certa predisposizione costituzionale ad essere in una certa maniera.