psicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta, consulente tecnico di parte
Paura e ossessioni improvvise
Voglio raccontare cosa mi è successo perché da qualche mese temo di avere un disturbo compulsivo che scambio per vocazione. Io sono una ragazza credente da sempre, anche se forse la mia fede è stata addormentata fino a quando ho compiuto 18 anni. Un giorno, in seguito ad una esperienza tra tanti giovani laici e religiosi ho sentito la gioia della fede e dentro di me, in un momento di profondo vuoto, ho sentito di farmi suora. Tuttavia, era una "gioia" a cui mi stavo costringendo, quasi per sdebitarmi con Dio per aver rodato senso alla mia vita. Una notte sognai anche Padre Pio che mi sorrideva, ma non ho mai capito perché. Ma più di un sacerdote che incontrai mi disse che la mia vocazione tendeva più alla maternità, ma che dovevo incontrare quell'uomo che potesse far di me una madre cristiana.
Poi, ho iniziato l'università, sono diventata superba e ho dimenticato di nuovo Dio. Sono uscita con vari ragazzi ma nessuno mi faceva sentire amata e mi faceva sentire di accogliere il mio amore. Poi un'esperienza di amore sbagliato mi ha fatto sentire quanto in realtà desiderassi amare ed essere amata da un uomo. Quella storia è finita grazie a Dio, e chiesi a Dio di donarmi quando avrebbe voluto un uomo con cui fondare una vera famiglia, con Gesù, tutti e tre. Ho incontrato Francesco, il mio Fidanzato attuale con cui sto da due anni e mezzo. Lui era uscito dal seminario e poco dopo ci siamo conosciuti. Che meraviglia iniziare questa relazione, un amore unico, e nei suoi occhi vedevo un Gesù da amare ed accogliere ogni giorno e la stessa cosa era per lui con me. Abbiamo avuto delle difficoltà per via della distanza, non abitavamo vicino. Ma Dio ha aggiustato ogni volta tutto, facendoci crescere in amore, pazienza, perdono. Poi lui inizia un concorso nella guardia di finanza, perché voleva lavorare per poterci finalmente sposare. Ho avuto paura di perderlo ma l'ho accettato,perché vista anche la sua difficoltà economica in famiglia, quel lavoro serviva anche a lui per emanciparsi. Allora l'ho desiderato con lui, perché la sua felicità è anche la mia e ho pregato perché lo superasse. Ora l'ha superato e lavora e ci sposeremo l'anno prossimo. Eppure una notte, un sogno mi ha svegliata facendomi piombare nella paura. Ho sognato dei poveri perché sia io che il mio fidanzato abbiamo sempre parlato del fatto che un domani li accoglieremo la domenica a pranzo, perché amiamo i poveri. Ho cominciato a pensare che quel sogno volesse portarmi via Francesco, che il Signore mi chiedesse di diventare suora. Più ci pensavo più avevo sensi di colpa verso Francesco e verso Dio. La mia vita fino al giorno prima era meravigliosa, accanto a Francesco, neanche un dubbio. Poi l'ossessione che se non divento suora, la mia vita può essere triste, la paura di non amare Francesco a causa del sogno. Ogni volta che penso a questa cosa sto male perché Francesco per me è l'uomo della mia vita, non può soffrire a causa mia e senza di lui soffro. Ma perché questo incubo? Ho paura che sia solo una fuga. Lei potrebbe aiutarmi? Il mio padre spirituale mi ha detto che Dio non agisce a nostra insaputa nei sogni per trarci in inganno e che secondo lui invece Dio ci ha donato reciprocamente (a me e a Francesco), in un rapporto vero che è un gran regalo da custodire. Perché non è da tutti rispettarsi ed amarsi ogni giorno con perdono e tenerezza come noi. Eppure ho paura di quel sogno e non me ne libero. Eppure se penso al matrimonio con lui, davanti all'altare, mentre ci promettiamo con la Grazia di Dio di accoglierci, scoppio a piangere per L'emozione e l'immensità di quel dono. Ho paura di non meritarlo. Lei può aiutarmi a liberarmi?
Gent.ma Liliana,
mi sembra evidente che lei vive un conflitto profondo tra due alternative, ossia realizzarsi in un progetto di vita matrimoniale con Francesco, oppure seguire la spinta vocazionale. Forse vorrebbe realizzare entrambe le cose, ma questo ovviamente non è possibile. Penso che abbia bisogno di riflettere per giungere ad accettare che qualsiasi fosse la scelta, dovrà comunque rinunciare a qualcosa.
Qualsiasi scelta dovesse fare non credo che neanche Dio avrà nulla da ridire.