psicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta, consulente tecnico di parte
Bambino 7 anni che si rifiuta di lavorare a scuola
Salve, sono la mamma di un bambino di 7 anni che sin da piccolo ha problemi con l'accettazione delle regole, non è violento ed è molto socievole, ma ha difficoltà ad accettare le frustrazioni e seppur non ha problemi a fare amicizia, il rapporto con i pari e con gli adulti diventa spesso problematico. È stato maltrattato per questo suo comportamento all'asilo dalle maestre (l'ho capito troppo tardi purtroppo) e a casa a volte porta me e il papà all'esasperazione perché non ascolta ed è molto distratto. La prima elementare è stata fatta per almeno 6 mesi in Dad e nelle brevi fasi di rientro le maestre lamentavano disattenzione e spesso il rifiuto a portare a termine le attività; così di mia iniziativa a giugno 2021 l'ho fatto valutare privatamente. La psicologa pur ritenendo la valutazione prematura e comunque inficiata dalla DAD ci ha detto che il bambino non ha deficit cognitivi ( difatti è bravo nella lettura e la maestra sostiene che ha un pensiero logico-matematico eccellente) ma va inquadrato meglio in un sistema di regole, Il comportamento è compatibile con l'ADHD ma non ancora valutabile. Abbiamo avviato da subito psicomotricità e parent training e devo dire che dall'inizio della scuola (seconda elementare in presenza) sino a fine novembre, la situazione è migliorata, anche le maestre mi dicevano che sembrava un altro bambino con pochi episodi di disattenzione cmq tollerabili. Poi da fine novembre la situazione è precipitata piano piano e ancora più dopo le vacanze natalizie. Ogni giorno si rifiuta di portare a termine o addirittura cominciare le attività. A casa con molta fatica e frustrazione gli faccio recuperare le lezioni saltate (spesso interamente) oltre i compiti. Però ne risente molto il ns rapporto, perché mio malgrado non riesco a celare la mia delusione tristezza e stanchezza (considerando che torno da lavoro alle 15.30 ho ridotto l'orario di 2 ore per seguirlo meglio). Adesso sto attendendo un confronto con le psicologhe del centro che lo segue, che spero diano delle direttive a noi e alle maestre. Però sono davvero sconfortata. Vi chiedo qualche consiglio , su come comportarmi a casa quando porta i quaderni vuoti con le note delle insegnanti. Lui alle mie domande sul perché non lavora adduce le risposte più disparate: ero stanco, era troppo, gli altri bambini parlano e mi disturbano, le maestre vanno troppo veloci, ero arrabbiato....magari per episodi (tipo la maestra che non lo ha ascoltato o fatto leggere in un particolare momento o la maestra che non gli ha fatto fare merenda per copiare i compiti dalla lavagna). A casa a volte è velocissimo, altre volte sembra non connettere e fa molta fatica a farli, quando legge non riesce a stare fermo. Sempre comunque va sollecitato a lavorare altrimenti d'iniziativa non farebbe nulla. Mi scuso per la lunghezza del messaggio ma ho cercato di dare un quadro più ampio possibile. Ringrazio anticipatamente per le risposte che vorrete darmi.
Gent.ma Sig.ra,
capisco il suo stato d'animo nell'affrontare la situazione di suo figlio. Probabilmente c'è un deficit dell'attenzione con iperattività che potrebbe venir fuori associato ad un disturbo dell'apprendimento. (Incrociamo le dita). La gestione di questa situazione va affrontata cercando innanzitutto di non rovinare la relazione con il bambino accettando il più possibile queste difficoltà. L'ideale sarebbe farlo aiutare da una figura extrafamiliare. Comunque occorre privilegiare un lavoro di qualità didattica e non di quantità: inutile tenerlo inchiodato sui compiti per ore. Tempi non troppo lunghi di applicazione per non trascurare il suo bisogno di movimento che va favorito con eventuali attività sportive. Per quello che è possibile, ascoltare le sue lamentele, stimolandolo a trovare da solo la soluzione ai problemi che lamenta e dando dei piccoli aiuti e suggerimenti in tale direzione. Occorre diplomazia e accettazione se qualche giorno non combina niente. Inutile impuntarsi e insistere oltre misura. Utilizzare anche il sistema dei premi, ogni volta che riesce a fare qualcosina, anche lodandolo, nonché incoraggiandolo con dolcezza e senza mostrare fretta e preoccupazione cercando gradualmente di ottenere maggior impegno. I suoi problemi non devono inficiare le qualità positive che sicuramente ha e che vanno capite ed enfatizzate e non messe in secondo piano. Ogni individuo non è solo espressione dei suoi disturbi e/o problemi. Questo non va assolutamente dimenticato. So che è difficile. E' una strada in salita, ma non è la fine del mondo. Ci sono bambini che hanno problemi molto più grossi: ritardo mentale, autismo nelle varie forme, disturbi del linguaggio. Occorre rimboccarsi le maniche e abituarsi a gestire con serenità mettendo un pò da parte ansie, visioni catastrofiche e pessimistiche e fidarsi del proprio buon senso e dell'aiuto che può derivare dalla psicologhe del centro che lo segue. Auguri.