Il potere della pazienza
Quando siamo impazienti non riusciamo a goderci il "qui ed ora", il presente, ciò che stiamo vivendo. Il ritmo della vita quotidiana, la necessità di fare ed impegnarsi per il futuro, dover costantemente programmare qualcosa, ci porta facilmente ad essere impazienti. Questo aumenta l'ansia in un circolo vizioso. Diamo poco spazio alla riflessione su ciò che stiamo vivendo e su ciò che ci attende. La società di oggi necessita di persone dotate di "multitasking", ovvero di fare più cose contemporaneamente; non è raro ormai vedere persone che mandano messaggi mentre guidano, sfogliano l'agenda mentre vanno a lavoro, parlano a telefono mentre sono in compagnia. La società del "tutto e subito" ha creato questa tendenza, rendendoci sempre meno pazienti.
La pazienza è una dote, ma può essere anche appresa. Essa è proprio la capacità di controllare una grande energia vitale senza farsene travolgere, indirizzandola a buon fine. Nei momenti difficili della vita noi dobbiamo essere capaci di perseguire tenacemente una meta, di volerla con tutto noi stessi, eppure dobbiamo anche saper aspettare. E questo può essere appreso sin da bambini, imparando ad attendere, a rimandare le soddisfazioni dei bisogni a partire da quelli primari. E' un lungo esercizio, che può aiutarci a vivere meglio e a comprendere che non possiamo controllare tutti gli eventi che ci circondano.
Si tratta di passare dal pensiero irrazionale e frettoloso dettato dagli impulsi, al pensiero consapevole e conscio di riflessione, un pensiero che ci permette di allontanarci dalla situazione e dall'ansia ad essa connessa e di valutare opzioni alternative immergendosi nel presente.
Essere pazienti non significa rassegnarsi, significa attendere che un'opportunità si presenti lavorando per fare in modo che ciò accada; vuol dire osservare la vita e ciò che accade senza estraniarsi dalla realtà.
Impariamo a raccogliere i pezzi e gli strumenti per raggiungere un obiettivo, senza aspettarci un esito immediato. Allontaniamo i pensieri del tipo: "Non sto facendo bene”, o “Sto perdendo tempo”, o “Non devo sbagliare”. Questo sì che è sbagliato! Perché l’errore è un sistema di apprendimento formidabile e necessario. Se non ti esponi alla possibilità di sbagliare non ti esponi alla possibilità di capire. Ciò non vuol dire rimandare, vuol dire partire con calma, cogliere ciò che ci si presenta riflettendoci sopra: "sono soddisfatto realmente di ciò che ho fatto o posso rivedere ciò che ho fatto?" oppure "Aspetto una telefonata importante, resto lì e mi agito con il telefono in mano o mi dedico alla mia giornata godendomi il momento?".
A volte pensiamo di sapere cosa vogliamo, ma in realtà non è così, abbiamo bisogno di ripensarci e di aspettare che i tempi siano maturi per farlo. Questo è il segreto di chi persevera e raggiunge il successo.
Restiamo nel presente.
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