Dott.ssa Verusca Giuntini

Dott.ssa Verusca Giuntini

Psicologa Psicoterapeuta Terapeuta E.M.D.R.

Ansia e senso di inadeguatezza dovuti allo studio

Salve, mi chiamo Giorgio e ho 20 anni. Ho finito la scuola superiore due anni fa e parto subito col dire che purtroppo non sono mai stato molto portato per lo studio. Non è che non mi piace studiare in generale, anzi sono una persona che si documenta e approfondisce molto nel momento in cui mi interessa davvero qualcosa. Una volta preso il diploma dovevo trovare necessariamente qualcosa da fare, la mia passione più grande è la regia cinematografica ma le mie risorse economiche non mi hanno permesso di intraprendere uno studio mirato all'estero o comunque in altre città di Italia maggiormente indicate. Ho così deciso di iscrivermi alla facoltà che più si avvicinasse alle mie aspirazioni e ho cominciato il DAMS, ma non essendo uno studio mirato al cinema ed essendo integrato da molte materie che francamente non mi interessano, mi sono limitato a dare gli esami che mi piacevano col massimo dei risultati per poi abbandonare la facoltà.. E' più forte di me, quando mi sento obbligato a impegnarmi nello studio è come se avessi un rifiuto mentale che mi accompagna sin da sempre. Quest'anno ho avuto la fortuna di essere stato selezionato per frequentare un'importante accademia a numero chiuso che ha aperto una sede nella mia città ma comunque non si tratta di un ramo della cinematografia che mi interessa, diciamo che è stato un ripiego perché appunto non posso spostarmi e sto avendo un rifiuto ancora più grande di quello che avevo per l'università. Sicuramente incide molto il fatto che, data la situazione attuale, stiamo dovendo studiare in teledidattica e le lezioni sono davvero intensive e durano molte ore; in più abbiamo molto da fare a casa e io mi sento in gabbia. Mi sento passivo, non ho voglia di fare niente e ho molti sbalzi d'umore. E' come se volessi convincermi del fatto che questa accademia sia la scelta giusta solo perché a detta dei miei parenti potrebbe darmi un futuro migliore e quindi io mi sento in obbligo di dimostrare che sto facendo un certo tipo di studio a chi mi vuole bene... Inoltre sento di dover dare dimostrazioni del mio impegno alla mia ragazza, non che si sia mai lamentata di nulla però lei è un po' più grande di me e si è già laureata alla triennale, ora farà la magistrale e sento di doverle far vedere che anche io mi sto costruendo un buon futuro. Cosa dovrei fare? Io la sto vivendo proprio male.

Grazie in anticipo per l'attenzione

Gent.mo Giorgio,

Questo è uno di quei casi in cui mi sento di incoraggiare a una psicoterapia o, almeno, a dei colloqui psicologici di orientamento.

Le dico ciò in ragione del fatto che sono fermamente convinta che i giovani, soprattutto oggi, abbiano la possibilità di costruire il proprio futuro attraverso la scuola e lo studio in genere.

Lei ha principalmente bisogno di essere orientato a capire cosa fare (davvero l'accademia è un modo di assecondare i suoi?) e di essere aiutato a mettere in atto la sua "volontà", intesa come azione complessa che comprenda sia la motivazione che la capacità di sostenere le azioni che determinano poi il raggiungimento dell'obiettivo. Sostenere un "atto di volontà" non è banale come si potrebbe credere e può essere invece molto difficoltoso.

Inoltre con una psicoterapia potrebbe lavorare su quegli aspetti di sé che entrano in gioco per "sabotare" i suoi progetti (l'ansia, il senso di inadeguatezza, il giudizio...).

Infine le dico che può succedere anche di avere bisogno di una pausa nel percorso di studi e se continuare a studiare o meno e in che ambito, a mio avviso, lo può decidere con serenità. Per questo spero che troverà un/a professionista che saprà aiutarla. 

Se ha necessità di chiarire mi contatti pure attraverso il modulo presente sulla mia scheda.

Un saluto cordiale.