Non saper disegnare può essere sintomo di incapacità emotiva?
Buonasera,
sono la mamma di un bambino di 4 anni che non ama disegnare ed ha difficoltà a prendere bene la matita, afferrandola, ad esempio, come fosse un bastoncino di legno con cui suonare.
Quando gli propongo carta e colori o acquerelli mi chiede di disegnare io al posto suo e quando lo fa realizza solo qualche linea o arco scegliendo solo un colore.
È un bambino molto attivo, curioso e decisamente movimentato. Incredibilmente bravo con i Lego ed ama molto i libri riuscendo a leggere in autonomia molte parole quando è particolarmente interessato alla storia. Inoltre ama fare i puzzle che completa rapidamente e senza troppe difficoltà e giocare con il dido, anche se richiede sempre la presenza mia o del padre, gestendo con ansia e difficoltà i momenti di solitudine.
Ho letto che la difficoltà o reticenza a disegnare potrebbe essere legata alla difficoltà di esprimere le proprie emozioni, ed è proprio per questo che vi scrivo.
Nonostante possegga un linguaggio molto forbito per la sua età, morde, e spessissimo non lo fa quando è arrabbiato o contrariato, ma il più delle volte quando è imbarazzato o particolarmente eccitato e felice. Spesso mi dice che i suoi morsi per me sono morsi d'amore, ma ovviamente quando morde i suoi compagni si crea il problema, perché i morsi posso essere forti.
Al contrario quando è arrabbiato tende a dare colpi, solitamente agli oggetti, dicendo di voler rompere le cose o di volersi fare male.
Io, totalmente incompetente, tento di aiutarlo al massimo del mio minimo, ma mi rendo conto che ci sia molto che lui non riesca ad esprimere e vorrei al contrario poterlo aiutare capendo quale possa essere la strada migliore.
Grazie
Cara Emanuela,
da quanto racconta (più che per quello che legge circa il disegno) sembra che il suo bambino possa avere bisogno di un aiuto per imparare a regolare le proprie emozioni.
Oggi la letteratura in questo ambito va nella direzione dello sviluppo della cosiddetta Funzione Riflessiva (Fonagy e Target) che comprende la capacità di mentalizzare: cioè la capacità di rappresentarsi la mente dell'altro.
Questa complessa teorizzazione prevede che siano per primi gli adulti di riferimento a svolgere questa funzione e, quindi, a mettere in atto degli accorgimenti che permettano al bambino di regolare le proprie emozioni.
Intanto, ogni volta che suo figlio mette in atto un comportamento che esprime un'emozione non ben regolata, le suggerisco di chiedersi "perché fa così?". In questo modo si allena a "con-tenere" nella mente l'emozione che il bimbo vorrebbe veicolare e lo aiuta a sentirsi accolto. Questo passaggio lo faccia in se stessa.
In seconda battuta, può provare ad "indovinare" cosa provi il suo bambino... magari comunicandoglielo con empatia e in forma interrogativa.
Ovviamente i morsi vanno "ben contenuti" in quanto potenzialmente nocivi.
A volte, ai bambini basta poco per canalizzare le loro energie emotive, perciò non esiti a contattare un/a collega esperto/a in età evolutiva, se dovesse vedere che suo figlio continua a comportarsi in un modo che non la convince.
Spero di esserle stata utile.
Un saluto cordiale,
Dott.ssa Verusca Giuntini