Ho perso il controllo della mia vita
Salve a tutti.. ho 21 anni, vivo da sola dall’età di 17,il primo anno ho vissuto con un coinquilino con cui ero in buoni rapporti, in seguito per vari cambi di piani di lavoro ho cambiato svariate volte casa e città e non ho mai avuto una casa mia ( purtroppo non mi sentivo a casa mia nemmeno quando vivevo in “famiglia”) .
Per me aver lasciato la scuola che amavo frequentare per andare a lavorare per vivere da sola è stato un grande passo che non volevo fare, ma sono stata costretta dalla situazione che avevo in casa dove vivevo con la mia famiglia.
Ho avuto un padre suicida, è mancato quando avevo 8 anni e il suo abbandono ha segnato molto la mia vita e le mie scelte ma nonostante lo shock ho sempre frequentato la psicologa e condotto una vita il più normale possibile.
Sono sempre stata una grande sognatrice è finita da bambina sogno di lavorare nel mondo dello spettacolo.
Ho sempre fatto tutto con il mio sudore, ho sempre lavorato tantissimo e vissuto in situazioni scomode pur di arrivare pulita ai miei successi.
Dipingo, ballo, da sempre, ma dopo il lockdown ho perso il lavoro e sono stata sfrattata da casa, stando ferma per mesi, in seguito anche ad un infortunio al braccio, ho finito i miei risparmi.
Ho provato a trovare soluzioni lavorando da casa ma non ho mai avuto le competenze e non avevo il denaro per fare un corso valido ( ho provato corsi online gratuiti blog video ecc ecc ).
Ad oggi soffro molto di ansia e depressione, ho tentato di andarmene per farla finita, non so dove andare, non so come continuare, mi sento sola e il mio fidanzato da quando ho è cominciata questa situazione mi ha abbandonato facendomi prima entrare in un loop della sua routine da ragazzino viziato, i suoi gli danno soldi al mese, a case, lui non lavora e non mi ha mai aiutato ne a trovare una sistemazione ne un lavoro.
Mi sono affidata agli assistenti sociali e ho fatto domanda per disoccupazione.
Sto davvero molto male ma io valgo più di tutto questo e lo so ma ho bisogno di rivedere una luce di speranza.
Non voglio che tutto vada in frantumi, anni di sacrifici, di sogni, ogni giorno dedicato a salire un gradino verso la direzione che sento di aver perso.
Ho ancora speranza, ma ad oggi con ansiolitici e antidepressivi e ancora la relazione presente tossica di cui non riesco a liberarmi.
Sento che impazzirò presto.
Sono giovane non voglio finire come mia sorella in mezzo alla strada in una roulotte senza acqua e luce .
Ho paura per il mio futuro, non voglio prendere le medicine ma devo, se non le prendo sto malissimo .
Devo essere sincera, sono autolesionista, fumo erba e non vorrei farlo e voglio smettere perché mi leva la voglia di vivere, e non voglio continuare a rovinare il mio aspetto facendomi questo, io non voglio più essere così, non so nemmeno come sono arrivata a tutto ciò, non voglio che là situazione peggiori siccome ho avuto pensieri suicidi nelle ultime settimane, non voglio farlo
Vi sarei grata de qualcuno sapesse darmi un consiglio ..
Gentile Monica,
La sua lettera mi ha colpito moltissimo.
Lei sembra una persona piena di risorse ed immagino che, a un dato momento, queste risorse sembrino essersi esaurite... ma non è così...
Le energie che lei ha messo in campo fino ad ora e che ha dovuto imparare a utilizzare fanno parte di un ben più ampio patrimonio interiore che non si esaurirà mai... lei è una persona creativa... continui a disegnare e magari a scrivere.
Capisco benissimo il suo scoramento.
Le posso suggerire di rievocare dei momenti difficili e soprattutto cosa le è stato utile per uscirne e stare meglio:
- Cosa l'ha aiutata in quel certo momento? (un affetto, una persona che stima, pensare... fare... immaginare... qualcosa) Quali forze le sono servite per farcela? Quali energie creative l'hanno spinta verso la vita?
Sebbene sia molto addolorata per la vita che ha avuto e anche per sua sorella, cerchi adesso di occuparsi del suo bene.
Il "suo bene" sarebbe un argomento da affrontare in un percorso psicologico nel quale fortificarsi ed essere aiutata a trovare delle soluzioni.
Inoltre, ho l'impressione che, oltre al trauma di suo padre, ci siano diversi momenti difficili nella sua vita che meritano di essere visti ed elaborati... e, per questo, le sue forze hanno bisogno di essere sostenute...
Non è il momento di rimanere da sola.
Si rivolga alla sua Asl, oppure direttamente agli Assistenti Sociali con cui ha rapporti, per farsi indicare un/a collega competente nel suo territorio. Io credo che a Milano ce ne siano molti.
Se le può essere utile, mi scriva senza esitazione... fin dove posso, l'aiuto.
Grazie per la fiducia di aver condiviso con questa comunità il suo dolore: è un segno di volontà ed intelligenza.
Un caro saluto,
Dott.ssa Verusca Giuntini