Stare in coppia: un equlibrio tra autonomia e unione
“...Vi siano però spazi nella vostra unione,
Così che i venti celesti possano danzare tra di voi.
Amatevi l’un l’altro, ma non rendete schiavitù l’amore:
Sia piuttosto un mare che si muove tra le rive delle vostre anime.
Riempitevi l’un l’altro le coppe ma non bevete da una coppa soltanto.
Donatevi l’un l’altro il vostro pane ma non mangiate da un medesimo boccone.
Cantate e danzate insieme e siate lieti, ma che ognuno di voi sia solo,
Come le corde del liuto sono sole sebbene vibrino della medesima musica.
Donatevi il cuore, senza però affidarvelo l’un l’altro.
Poiché solo la mano della Vita può contenere i vostri cuori.
E restate l’uno accanto all’altro ma non troppo vicini:
Le colonne del tempio s’ergono separate tra loro,
E la quercia e il cipresso non crescono l’una nell’ombra dell’altro.”
Kahlil Gibran (da Il Profeta)
Gibran descrive poeticamente quali sono gli aspetti relazionali che creano armonia e benessere nel rapporto di coppia. Amarsi, senza diventare schiavi l’uno dell’altro. Dare all’altro, ma non rinunciare troppo a sé stessi. Essere vicini e vibrare della medesima musica, ma, nello stesso tempo, poter anche esser soli. Mantenere saldo il tempio dell’unione rimanendo separati come le colonne che lo sostengono.
In un rapporto, in genere, la prima fase è caratterizzata dall’innamoramento. Quella fase in cui la relazione viaggia da sé, senza bisogno di alcuno sforzo. I sentimenti sono molto vivi, la passione è spesso accesa. L’altro è visto nei suoi aspetti più incantevoli e seducenti. Può durare sei mesi, un anno circa, ma poi passa e, con un po' di fortuna, si entra nella fase dell’amore vero e proprio.
L’amore tra due persone è come una fiammella che arde nel cuore di ciascuno e che richiede cura per essere mantenuta viva. Non continua ad ardere spontaneamente per lungo tempo. E’ necessaria una partecipazione attiva da parte di entrambe, occorre “lavorare” per la coppia affinché la disponibilità verso il partner rimanga un atteggiamento duraturo.
Le crisi sono inevitabili e possono essere un’occasione di crescita per l’individuo e per la coppia. Le crisi non sono necessariamente un impedimento al rapporto e non sempre provocano separazioni. Spesso segnalano che si sta compiendo un passo in avanti nello sviluppo individuale e di coppia.
Le crisi di frequente dipendono dalla difficoltà a trovare un equilibrio fra autonomia e unione. Ciascuno di noi ha bisogno dei propri spazi e nello stesso tempo ricerca sicurezza e amore nell’altro. A volte questi due bisogni possono entrare in conflitto. Se viene dato poco valore alla libertà individuale è facile sentirsi intrappolati o soffocati nel rapporto. Esistono, infatti, coppie che tendono eccessivamente alla fusione. Perdersi l’uno nell’altra, non avere alcun segreto, condividere il più possibile ogni aspetto della vita. Pretendere che l’altro soddisfi ogni bisogno concreto e affettivo. Questi sono alcune caratteristiche delle coppie “fusionali”, in cui ciascuno tende a perdere di vista il proprio “io”. Al contrario, ci sono matrimoni in cui, con il passare del tempo, si crea allontanamento. Ciascuno è chiuso nel proprio mondo, distratto dai propri interessi o dal lavoro e si perde di vista il “noi” e le aree vitali della relazione.
E’ fondamentale per la crescita dell’individuo e della coppia che ciascuno possa avere la libertà di vivere degli spazi personali e sociali per conto proprio. Leggere un libro mentre l’altro guarda la televisione, andare a fare una passeggiata da solo o uscire con un amico. I momenti di distanza, in cui ciascuno si prende cura di sé stesso indipendentemente dall’altro, fanno parte dell’amore di coppia e non vi si contrappongono. Le relazioni in cui c’è rispetto per l’autonomia di ciascuno, spesso sono più stabili e serene di quelle in cui i partner si controllano continuamente e tendono alla fusionalità.
Fromm nel suo libro “L’arte di amare” traccia una distinzione tra due affermazioni: “Ti amo perchè ho bisogno di te” e “Ho bisogno di te perché ti amo”. Nella prima è in rilievo il bisogno che si ha dell’altro, piuttosto che l’amore verso l’altro. E’ un sentimento dettato da esigenze egoistiche, piuttosto che dal provare emozioni per la persona. Nella seconda frase è il contrario, la spinta verso il partner è mossa dal sentimento.
Il bisogno dell’altro, la necessità quasi avida che l’altro soddisfi i propri vuoti affettivi può creare difficoltà sia a livello individuale che di coppia. L’idea di potersi “bastare” a vicenda è un’illusione. A volte i bisogni personali possono essere soddisfatti nel rapporto, altre volte è importante che la persona faccia appello ad altre risorse per realizzare le proprie esigenze. L’ “esser solo”, di cui parla Gibran, significa saper attivare la capacità di “auto-appoggio”, di stare in piedi sulle proprie gambe. A volte è prezioso poter chiedere aiuto e sostegno all’altro. Ma questa non può essere una condizione rigida e fissa. L’altra persona non può rispondere ad ogni necessità, né colmare ogni vuoto affettivo. Ciascuno deve assumersi la responsabilità di sé stesso, e di ciò che vuole, e imparare a muoversi nell’ambiente per soddisfare i propri bisogni anche indipendentemente dall’altro.
Per coltivare l’unione vi sono alcuni ingredienti fondamentali. Il primo è il prendersi cura della coppia facendo appello alla propria creatività. All’inizio, nella fase dell’innamoramento, questo avviene naturalmente, con il passare del tempo è qualcosa su cui è necessario porre l’attenzione. Mantenere degli spazi di coppia piacevoli (soprattutto quando ci sono figli), quali possono essere delle cene romantiche, viaggi o uscite con gli amici, è vitale per il rapporto. L’altro aspetto è l’esistenza di un equilibrio tra il dare e il ricevere. Entrambe i partner devono poter dare, ma anche avere. Spesso si creano contrasti quando uno dei due si prende molta cura dell’altro senza ricevere nulla o quasi. Di frequente si creano delle dinamiche di coppia in cui l’uno entra nel ruolo del “babbo” o della “mamma” mentre l’altro fa il bambino. Infine è importante il saper portare avanti il proprio punto di vista e, allo stesso tempo, sviluppare la capacità di mettersi nei panni dell’altro. Per esempio una moglie può desiderare di trascorrere più tempo con suo marito, è importante che porti avanti la sua esigenza, ma che nello stesso tempo possa comprendere, per esempio, che il marito sta vivendo un momento di stress lavorativo. Quando ciascuno porta avanti il proprio punto di vista, e insieme, è capace di ascoltare e comprendere la posizione dell’altro, la coppia può trovare dei compromessi che rispettino i bisogni di entrambe.
In conclusione, l’amore ha buone probabilità di restare vivo quando ciascuno si prende cura del legame di coppia e, nello stesso tempo, mantiene e sviluppa la propria individualità.
Bibliografia
Fromm E. “L’arte di amare”. Mondadori, 1995.
Gibran K. “Il Profeta”. Giunti Editore, 1993.
Jellouschek H. “Le regole della coppia”. Urra-Apogeo, 2005.
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